Una deroga riguardante coregone lavarello, trota fario, salmerino alpino e iridea alla direttiva ministeriale che prevede lo stop all’immissione nelle acque regionali lombarde di diverse specie considerate alloctone, ossia introdotte dall’uomo al di fuori del loro ambiente originario, ma che di fatto sono presenti da oltre un secolo in Lombardia e rappresentano un elemento fondante della pesca locale. È quanto chiede la Regione attraverso una lettera scritta dall’assessore all’Agricoltura, Fabio Rolfi, al ministro della Transizione ecologica.
“La pesca professionale lombarda conta circa 150 imprese e genera un indotto di alcuni milioni di euro. – ha detto Rolfi, che oggi in videoconferenza ha incontrato i rappresentanti delle associazioni di categoria – Il prelievo di coregone lavarello rappresenta la quota maggiore del pescato professionale dei laghi lombardi. L’interruzione delle immissioni causerebbe danni irreparabili a un comparto già in difficoltà e a tutto l’indotto del commercio e della ristorazione. La riproduzione naturale infatti non è in grado di soddisfare le esigenze di mercato. – ha aggiunto l’assessore – È necessario, in attesa di una valutazione di queste richieste, prevedere un periodo di transizione adeguato all’applicazione della norma, altrimenti il sistema gestionale della pesca lombarda si troverebbe in condizioni di illegittimità senza aver avuto il tempo necessario per adeguarsi. È a rischio tutto un sistema sportivo, professionale, produttivo e turistico che vive intorno alla pesca, – ha concluso Rolfi – in un momento storico in cui le imprese vanno sostenute e non soffocate di burocrazia”.