Un secco e forse imposto “no comment” è la risposta che arriva dall’assessore all’Ambiente di Palazzo Cernezzi Marco Galli alla richiesta di chiarimenti sul caso Ticosa, il pasticcio del bando per l’affidamento dei lavori di bonifica dell’ultima porzione di terreno, la cosiddetta “cella 3”, l’area che si trova dietro all’edificio della Santarella.
Si tratta dell’ennesimo passaggio di una bonifica infinita che tra accuse, errori tecnici, vizi di carattere sia formale che sostanziale e ancora chi grida al complotto non trova un epilogo: al momento non si riesce a individuare i responsabili. La politica si trincera dietro un silenzio assordante e gli uffici tecnici che hanno gestito l’affaire Ticosa, ossia il settore Appalti e quello Ambiente del Comune di Como, lasciano alla politica il compito di intervenite. Una situazione che agli occhi dei cittadini diventa ogni giorno che passa sempre meno chiara.
“Si tratta di questioni molto sottili e delicate”, spiega la direttrice del Settore Tutela dell’Ambiente – Parchi e giardini – Sport e tempo libero del Comune di Como, Rossana Tosetti. “Sulle responsabilità è stato alzato un inutile polverone, tanto rumore per nulla – aggiunge la dirigente comunale – Il settore Ambiente si è occupato del progetto tecnico e non della gara”. E conclude: “Sulla vicenda ci sono versioni differenti”.
Una frase che lascia intendere come la questione che riguarda il pasticcio del bando sulla bonifica Ticosa sia davvero delicata e che prima di indicare un eventuale responsabile di quanto accaduto il Comune stia attentamente valutando le verifiche in corso per accertare cosa sia realmente accaduto.
Intanto a pagare il conto è ancora una volta la città di Como, con un’area dismessa che attenda ormai da troppo tempo di essere valorizzata.