Un delitto premeditato. Preparato. E programmato inizialmente per il 14 settembre 2020, ma poi commesso il giorno successivo, 15 settembre. Una data scelta non a caso: sarebbe stato il giorno dell’udienza davanti al giudice di Como dove Ridha Mahmoudi, tunisino di 53 anni in carcere con l’accusa di aver ucciso a coltellate don Roberto Malgesini, era chiamato a rispondere alle violazioni alla legge sull’immigrazione.
L’obiettivo iniziale era l’avvocato
L’obiettivo inziale sarebbe stato l’avvocato: l’indagato aveva più volte battuto le strade attorno al Tribunale, nella speranza di incrociare il legale. Poi però aveva spostato la sua attenzione su una vittima più facile da raggiungere. Don Roberto Malgesini, il prete degli ultimi, il sacerdote che dalla parrocchia di San Rocco aveva aiutato negli ultimi anni lui e altre persone nelle sue condizioni.
Un delitto crudele, premeditato, per cui il pm Massimo Astori ha chiesto in queste ore il rinvio a giudizio, dopo aver ricostruito l’accaduto nei dettagli.
Ora toccherà al giudice fissare una data. Don Roberto fu ucciso in piazza San Rocco, sotto casa sua e nei pressi della chiesa, mentre si preparava a portare le colazioni ai senzatetto della città. Ridha Mahmoudi, tunisino di 53 anni, che all’epoca dormiva all’oratorio di Sant’Orsola, lo aspettò, gli andò incontro con la scusa di un mal di denti. Don Roberto si mostrò ancora una volta disponibile: disse che l’avrebbe portato in ospedale, finito il giro delle colazioni. Ma appena il sacerdote girò le spalle, il tunisino lo colpì a morte.