La gran parte degli studenti italiani è alle prese, in queste settimane, con la Dad, la didattica a distanza. Una modalità che riguarda in particolare i ragazzi delle superiori, ma non solo. Ora, con la chiusura anche delle scuole dell’infanzia e degli asili nido, si pensa di ricorrere, come avvenuto durante la prima violenta ondata pandemica, ai Lead, ovvero ai “legami educativi a distanza”, previsti dal ministero dell’Istruzione. E in questo senso si sta attrezzando anche la città di Como, visto che l’emergenza epidemiologica ha causato un’improvvisa e prolungata sospensione della presenza dei bambini nei servizi educativi e nelle scuole dell’infanzia.
“I piccoli si sono ritrovati rinchiusi nelle proprie case a trascorrere le giornate. – recita la nota ministeriale – Questa costrizione “forzata” in casa ha privato i bambini di esperienze fondamentali, di relazioni, di contatti parentali. Un’opportunità, per contrastare questo rischio di privazione prolungata, è arrivata dalla possibilità di allacciare rapporti a distanza che per la fascia di età da zero a sei anni proponiamo di definire Lead, perché l’aspetto educativo a questa età si innesta sul legame affettivo e motivazionale. Il focus sarà il mantenimento del rapporto tra le famiglie e le educatrici”.
La partenza a Como
Anche a Como questo tema è all’ordine del giorno, come spiega l’assessore alle Politiche educative di Palazzo Cernezzi, Alessandra Bonduri. “Nei prossimi giorni – dice – sicuramente verrà comunicato come anche noi ci adegueremo. L’anno scorso avevamo attivato il canale Youtube “asili nido di Como”, quest’anno vorremmo cercare di realizzare un coinvolgimento per sostenere le mamme e i papà. Le coordinatrici dei nidi – conclude l’assessore – proporranno la loro offerta a breve”.