Una petizione con oltre 2.300 firme e una manifestazione in programma per domenica 21 marzo anche a Como in piazza Cavour. Al centro il mondo della scuola con le ben note difficoltà legate alla pandemia.
La petizione
Smartworking, didattica a distanza e reclusione forzata hanno inciso sulla vita dei più piccoli e complicato quella dei genitori, con delle conseguenze sulla salute. Con un futuro ancora incerto, più di cento professionisti – tra educatori e psicologi – hanno voluto lanciare una petizione (consultabile sul portale change.org con il titolo “Riconosciamo alla Scuola il suo ruolo di tutela della Salute biopsicosociale”). Come detto sono più di 2.300 le firme raccolte dal 12 marzo. Chiaro l’intento: capire cosa ne sarà del futuro della scuola, dei ragazzi e della vita di un tempo e poter avere a disposizione i dati dell’impatto del Covid sul mondo dell’educazione. Tra i primi firmatari anche una quindicina di professionisti di Como.
«Abbiamo bisogno di risposte, supportate da evidenze scientifiche, circa il perché si scelga costantemente che la scuola sia il primo servizio essenziale ad essere sottratto alla popolazione – scrivono i promotori della petizione – Nel caso fosse scientificamente dimostrata la relazione di causalità e quindi un rischio correlato alla frequenza scolastica in presenza, quali sono le azioni studiate o in fase di studio per abbassare tale rischio? Che tipo di interventi verranno approntati per sostenere il benessere biopsicosociale dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, che costituiscono il futuro di questo Paese?» si chiedono.
La manifestazione
Intanto la Rete nazionale Scuola in Presenza convoca in piazza anche le famiglie comasche. Il tema è ormai al centro dell’attenzione dopo l’ennesima chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e la volontà è quella di evidenziare la necessità di poter tornare sui banchi. A Como la convocazione è fissata per domenica 21 marzo in piazza Cavour dalle 15 alle 17.