Chiudere le dogane, almeno i valichi minori, tra Svizzera e Italia, e imporre il tampone obbligatorio ai frontalieri. Ieri la Lega dei Ticinesi, attraverso il consigliere nazionale Lorenzo Quadri, ha presentato una nuova interpellanza in Consiglio federale, chiedendo una serie di provvedimenti immediati sul confine e sui frontalieri.
“La situazione in Lombardia sul fronte pandemico desta serie preoccupazioni, – scrive Quadri nella premessa dell’interpellanza pubblicata anche su Facebook – in particolare in considerazione del numero eccessivo di frontalieri e di padroncini che tutti i giorni entrano in Ticino dalle province italiane limitrofe. Un anno fa il Ticino ha subito una disastrosa “prima ondata” a seguito delle frontiere spalancate sulla Lombardia, allora principale focolaio dell’Occidente – scrive ancora l’esponente della Lega dei Ticinesi – È evidente che per ridurre i contagi occorre ridurre anche la mobilità transfrontaliera. È deplorevole che il Consiglio federale non aderisca alle richieste in tal senso formulate dal Canton Ticino”.
Le richieste avanzate, oltre a controlli più rigidi e all’immediata chiusura dei valichi secondari, riguardano anche l’obbligo di tampone negativo che i frontalieri dovrebbero presentare ogni giorno in dogana all’ingresso in Svizzera e il controllo sul rispetto del telelavoro anche per i frontalieri. “L’unico tabù del Consiglio di Stato sono le frontiere, che devono rimanere aperte sempre e comunque?”, conclude Quadri. Numerosi i commenti al post su Facebook di chi si scaglia contro gli italiani. C’è anche chi critica duramente Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato del Canton Ticino, che non sarebbe riuscito fino ad ora a farsi ascoltare da Berna.