Sanremo 2021, al via questa sera. L’amore degli artisti comaschi – doc o d’adozione – per il Festival è una certezza. Un parterre di nomi importanti, tra solisti e gruppi, quello che ha partecipato in rappresentanza dell’area lariana alla kermesse musicale. Lo scorso anno l’elenco si è arricchito della presenza in gara di Rita Pavone, che vive da tempo in Canton Ticino a poca distanza da Como.
Tra i nomi spicca Piero Cassano, che da anni vive nel Triangolo Lariano, autentico decano della Città dei Fiori. Due successi, nel suo palmares, con i Matia Bazar, nel ’78 con E dirsi ciao e nel 2002, 24 anni dopo, con Messaggio d’amore, senza scordare il terzo posto del 2001 con Questa nostra grande storia d’amore. Da produttore di Eros Ramazzotti – che per anni è vissuto a Inverigo – festeggiò il successo nel 1986 con Adesso tu.
Marco Ferradini è conosciuto soprattutto per la sua Teorema. Il cantautore di Casasco Intelvi ha alle spalle due Sanremo, nel 1978 (con il brano Quando Teresa verrà, e nel 1983 (con Una catastrofe bionda scritta con Mogol, Renzo Zenobi e Herbert Pagani). Icona comasca per eccellenza al Festival è Davide Van De Sfroos. La partecipazione in gara con Yanez a Sanremo dieci anni fa nel 2011 ha segnato un punto di svolta della sua carriera e l’apice del successo. Davide arrivò a un inatteso quarto posto finale.
Un altro lariano doc che ha avuto successo grazie al Festival è Simone Tomassini. Il cantante di Vertemate partecipò nel 2004 con È stato tanto tempo fa. Sul fronte della musica d’autore, ha fatto storia la partecipazione sanremese di Renato Abate, in arte Garbo, autore della celebre A Berlino… va bene. Successo poi bissato nell’84 con Radioclima, canzone lanciata all’Ariston dove vinse il premio della critica intitolato al direttore della rivista “Ciao 2001” Saverio Rotondi, e dalla successiva Cose veloci (nel 1985).
Nel 2006 parteciparono nella sezione giovane anche Andrea Ori e la band Deasonika rispettivamente con i brani Nel tuo mare e Non dimentico più.
Tre presenze per il marianese Dj Francesco-Francesco Facchinetti: nel 2004 con Era bellissimo, nel 2005 con Francesca e nel 2007, in coppia con il padre Roby, con Vivere normale.
“Ricordo Sanremo con simpatia: ero all’inizio. L’Ariston mi ha portato fortuna” ha avuto modo di sottolineare poi Viola Valentino, la canzese in gara all’Ariston con Romantici nel 1982 (400mila copie vendute) e con il brano Arriva arriva l’anno successivo: si piazzò terzultima davanti a un certo Vasco Rossi, penultimo con Vita spericolata. E sempre nel novero delle artiste femminili (da non dimenticare nel parterre lariano anche le bionde Anna Oxa e Ivana Spagna, e la produttrice ed ex cantante Caterina Caselli, comasche d’adozione), un posto d’onore lo merita una veterana del Festival di Sanremo come Wilma De Angelis: per lei, che ha scelto Guanzate come residenza, nove partecipazioni alla kermesse.
Un gruppo mitico, che è sinonimo di Sanremo ed è legato al Lario, è stato il Quartetto Cetra (ossia Felice Chiusano, Giovanni “Tata” Giacobetti, Lucia Mannucci e Virgilio Savona). La loro prima presenza fu nel 1954, nella quarta edizione.
Da ricordare inoltre che nel 2019 l’arpista comasca Annalisa De Santis accompagnò al festival il rapper Briga e Patty Pravo. Il maestro Carlo Carcano, compositore e arrangiatore, ha diretto l’orchestra del festival per sei edizioni, l’ultima nel 2019 per i The Zen Circus: praticamente un veterano. Nel 2020 Filadelfo Castro ha invece diretto l’orchestra per la canzone di Rita Pavone Niente (Resilienza 74). Da ricordare che il presidente della Siae, il citato Mogol al secolo Giulio Rapetti, è cittadino onorario di Carugo, in provincia di Como.