Il vescovo di Como monsignor Oscar Cantoni è stato sentito oggi come testimone nel processo in corso in Vaticano per i presunti abusi sui “chierichetti del Papa”, gli allievi del Preseminario San Pio X, a Palazzo San Carlo. L’Opera don Folci, che gestisce appunto il collegio chierichetti, fa capo alla diocesi di Como.
Sul banco degli imputati ci sono don Gabriele Martinelli, 27 anni, e don Enrico Radice, 71 anni. Il primo deve rispondere dell’accusa di abusi sessuali su altri allievi mentre il secondo, rettore del Preseminario all’epoca dei presunti abusi, che sarebbero avvenuti prima del 2012, è accusato di favoreggiamento.
Tra i temi affrontati nella testimonianza del vescovo, il risarcimento di 20mila euro che era stato destinato alla vittima dei presunti abusi. Una decisione che non era una condanna perché il processo canonico non è mai iniziato e non è neanche esecutiva in attesa dell’esito del processo in corso. Un elemento indicato come una delle contraddizioni della vicenda.
Il vescovo avrebbe detto di aver saputo delle segnalazioni su don Martinelli, negli anni del Preseminario di condotte sessualmente inappropriate, ma definite legate all’adolescenza. “Da quando è a Como, prima come diacono poi come sacerdote, non c’è stata nessuna segnalazione”, avrebbe spiegato monsignor Cantoni.
Accertato invece che il Preseminario, fisicamente a pochi metri dalla residenza del Papa ma affidato all’Opera don Folci di Como è sotto la responsabilità della diocesi lariana.
La prossima udienza del processo è stata fissata per il 17 marzo, quando verrà sentita in aula la vittima dei presunti abusi.