Nuovo presidio fuori dalla Henkel di Lomazzo, anche stamattina lavoratori, sindacati e tanta gente comune per mantenere alta l’attenzione sulle sorti dei dipendenti della fabbrica – circa 150 tra interni e indotto – che la multinazionale tedesca ha deciso di chiudere entro la fine di giugno.
Fuori dai cancelli sono arrivate le rappresentanze anche di altre grandi realtà produttive del territorio comasco e non solo. Erano presenti – solo per fare qualche esempio – delegazioni della Mantero, della Ratti, della Lechler e della Sicor di Bulciago (parte della multinazionale farmaceutica israeliana Teva). E proprio prendendo spunto da quest’ultima realtà in crisi dove a rischio ci sono 109 posti di lavoro, dopo la comunicazione di martedì scorso di voler chiudere l’impianto, interviene Sandro Estelli segretario generale Filctem Cgil Como.
«Siamo sempre qui per tenere sotto controllo la situazione della Henkel ma l’interrogativo è cosa sta accadendo? Dobbiamo pensare che sia questa la strategia delle multinazionali straniere sul nostro territorio? Di smobilitare? Una situazione che ci preoccupa e molto, vista anche la situazione di emergenza sanitaria, economica e sociale non ancora risolta, anzi ben lontana dall’esserlo» chiude Estelli.
E sempre stamattina fuori dalla Henkel di Lomazzo è arrivata Elena Lattuada, segretario generale Cgil Lombardia. «Chiediamo un intervento diretto del governo, tramite il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero del Lavoro. Le multinazionali – ha detto – non possono decidere di chiudere o aprire come fossero interruttori da accendere o spegnere».
Intanto solidarietà alla Henkel arriva anche dal noto attore Claudio Amendola che ieri è intervenuto su La7 alla trasmissione “L’Aria che tira” e non ha esitato ad esporsi personalmente, ricordando come per tanti anni il padre, Ferruccio Amendola, sia stato testimonial per Henkel, e anche nella loro famiglia si era diffusa l’espressione “mamma Henkel”, per riferirsi all’azienda che ai tempi era vista come una sicurezza.