L’emergenza sanitaria ha inciso in modo significativo sulla domanda di mobilità, ridotta a causa dei lockdown, delle conseguenze del lavoro agile e delle restrizioni subite dal trasporto collettivo. La paura del contagio ha fatto registrare un ritorno agli spostamenti privati in auto. Prima della pandemia il quadro era piuttosto diverso, come evidenza l’edizione 2021 di Pendolaria, il documento con cui ogni anno Legambiente traccia l’andamento del trasporto pubblico su rotaia. Tra il 2018 e il 2019, si erano registrati in Lombardia incrementi importanti per il trasporto ferroviario, con il passaggio da 802mila a 820mila passeggeri sui treni regionali e un +26% registrato negli ultimi nove anni. Questo a fronte di un tasso di motorizzazione nell’area metropolitana di Milano che resta uno dei più alti in Europa: oltre 56 auto per 100 abitanti. I disagi per i pendolari lombardi aumentano ogni anno, in ultimo con il taglio del servizio avvenuto per la sostituzione di 139 corse con autobus sulle linee con minor numero di passeggeri, che comunque ha coinvolto 7mila persone. Tra le linee con costanti disagi, la Milano-Lecco-Sondrio.
“Il tema del sovraffollamento delle corse e dell’inefficienza di alcune linee era già molto sentito ed è stato ulteriormente aggravato dagli effetti della pandemia, tanto da costringere i cittadini ad un utilizzo insostenibile dell’automobile – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. – Per questo chiediamo alla Regione che i fondi europei del Next Generation per il comparto dei trasporti vengano spesi per sostenere un servizio di trasporto integrato che non lasci a piedi nessuno”.
In Lombardia, regione che vanta 422 convogli, l’età media dei treni è di quasi 19 anni, con oltre il 40% che ha una media di oltre 35 anni.
Sul fronte degli spostamenti in metropolitana, Milano fa segnare una continua crescita (+5% rispetto al 2018, +21,1 rispetto al 2013). “La pandemia – spiegano da Legambiente – ha anche portato le persone a ripensare positivamente gli spostamenti: aumentano ciclabilità e micromobilità in condivisione, soprattutto le corse con bici e monopattini pubblici”.