“Non si può aspettare ancora. Riteniamo indispensabile che gli atleti e tutti gli appassionati possano tornare in acqua al più presto”: anche gli esponenti comaschi di Fratelli d’Italia, Stefano Molinari, Matteo Ferretti e Mario Gorla, intervengono in merito alla vicenda infinita della piscina di Muggiò, chiusa ormai da quasi due anni. Lo scandalo attorno all’impianto rischia di mettere in crisi la maggioranza di Palazzo Cernezzi.
“La perizia non ci racconta nulla di nuovo – spiega Molinari, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia – Non fa altro che ridisegnare quanto constatato dai vigili del fuoco prima della chiusura. Condividiamo le parole del sindaco Mario Landriscina: è necessario avere in mano una valutazione finanziaria del progetto presentato da Nessi & Majocchi prima di prendere una decisione. Ma pensiamo anche sia necessario capire le tempistiche per poter avviare i lavori. Non si può lasciare Como senza una piscina ancora per anni”.
“Il mancato rinnovo del contratto di gestione con la Fin, Federazione Italiana Nuoto, ha rappresentato un grosso danno – aggiunge Ferretti, capogruppo in consiglio comunale – Da quel giorno, era il giugno del 2019, non abbiamo più avuto contezza di ciò che si stava pensando di fare. Sono stati compiuti dei passi sbagliati e si è fatto passare troppo tempo. Quasi due anni per un impianto di questa portata usato da associazioni sportive, disabili e privati cittadini è davvero troppo”. In programma una commissione consiliare sul tema. “Come primo atto dopo il mio insediamento – dice il neoconsigliere di Fratelli d’Italia, Mario Gorla – ho chiesto di mettere in calendario una seduta per riepilogare la vicenda della piscina, in modo da poter fare tutte le valutazioni del caso”.
Nei giorni scorsi il presidente della Pallanuoto Como, Giovanni Dato, ha chiesto le dimissioni dell’assessore allo Sport Marco Galli proprio per la gestione della piscina. “Noi non chiediamo un passo indietro a nessuno – commenta Molinari – Però è la realtà dei fatti: nel 2019 è stata fatta scadere una convenzione e non si è riusciti ad arrivare a una soluzione. Se la tempistica del progetto Majocchi dovesse arrivare all’anno, si dovrebbe valutare un impegno economico da parte del Comune per realizzare quelle opere necessarie almeno per una riapertura parziale”.