Da una parte i Verdi che affermano: “Como emblema di mancanza totale di programmazione e di gestione della crisi”, dall’altra Civitas, che siede tra i banchi dell’opposizione in consiglio comunale, che dice: “Pochi vigili, pochi controlli e quasi nessun presidio viabilistico negli snodi maggiormente critici. Il risultato era tanto pericoloso quanto prevedibile”.
Riflessioni e critiche che ruotano attorno alla folla e al caos di ieri, domenica 14 febbraio. Entrambe le compagini puntano il dito contro l’amministrazione comunale.
Pur ammettendo le difficoltà del periodo, Civitas (che rileva anche le altre situazioni critiche segnalate ieri in Lombardia), scrive: “Esiste, tuttavia una certa differenza tra l’essere sorpresi da un flusso imprevisto e non prevedere un flusso e relative misure di necessità. Il fulcro principale è la programmazione” viene sottolineato.
Infine non vengono risparmiate le critiche all’assessore alla Sicurezza, Elena Negretti e al collega di giunta con delega alla Mobilità, Pierangelo Gervasoni, per quest’ultimo il riferimento è, in particolare, al piano del traffico: “Pagato dai cittadini di Como, rifatto inutilmente da questa Giunta giace nei cassetti a prender polvere nella scrivania dell’assessore” si legge.
“In tutta questa inefficienza, mancanza di programmazione e pianificazione a farci le spese non sono solo i semplici cittadini ma, anche, i commercianti. Rendere la città invivibile non è fare il bene dei commercianti e delle imprese che vivono anche su queste piccole festività, soprattutto in momenti di grave crisi economica”. Così si chiude la nota diffusa in serata.