La vicenda delle due sedicenti maghe, madre e figlia, che con i loro filtri d’amore e contro il malocchio – truffavano le persone che a loro si erano affidate. A distanza di tre anni: nessun accordo sul risarcimento, come era stato auspicato nella precedente udienza che era stata appositamente rinviata a ieri, e processo che è proseguito con il rito Abbreviato.
Pesante la condanna per le due donne di Vigevano, di 40 e 64 anni, che hanno rimediato la pena rispettivamente di 5 e 4 anni. Un terzo indagato finito a processo, ovvero il compagno egiziano della madre di 55 anni, è stato rinviato a giudizio il 13 ottobre.
E’ quanto deciso dal giudice Laura De Gregorio, che ha anche disposto una provvisionale in favore della parte civile costituita -rappresentata dall’avvocato Pier Paolo Livio- da 20 mila euro.
La vicenda, su cui avevano indagato i carabinieri della stazione di Albate (coordinati dal pm Giuseppe Rose), era avvenuta in un periodo compreso tra la metà di agosto e l’inizio di settembre del 2017. Tra le persone truffate, una donna di Como, di 62 anni, che aveva speso più di 40mila euro in poche settimane per i filtri miracolosi, prima di rendersi conto di quanto stava avvenendo e andare a denunciare l’accaduto ai carabinieri. Da segnalare anche che le due, madre e figlia, percepiscono il reddito di cittadinanza: “Che noi pignoreremo – ha poi tuonato, al termine dell’udienza, l’avvocato di parte civile Livio – E pignoreremo anche le somme in sequestro preventivo di competenza del compagno della donna, che il giudice non ha potuto dissequestrare oggi in favore della parte offesa poiché l’imputato ha optato per il giudizio ordinario”.