In Svizzera sono entrate oggi in vigore le nuove disposizioni per entrare in Confederazione. Da queste norme sono esenti i lavoratori frontalieri –per i quali nulla cambia- inoltre le regole da osservare possono cambiare in base al Paese di provenienza ed al tipo di mezzo di trasporto utilizzato. Tra le novità introdotte all’ingresso, la compilazione del modulo d’entrata con i dati di chi sta varcando il confine.
Nonostante il contagio stia rallentando, il Consiglio federale non prevede alcun allentamento delle misure anti-Covid né riaperture di negozi e ristoranti. In Canton Ticino, il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, ha sfogato il suo disappunto durante un’intervista a Radio Ticino: “Non ci sarebbero aperture previste al primo di marzo ma molto più avanti”, e sottolinea come a riguardo: “I governi cantonali non sono stati interpellati”.
Oggi nel cantone di lingua italiana sono stati registrati 22 nuovi contagi e nessun decesso, con il conto delle vittime del virus fermo a 947 dall’inizio della pandemia, mentre le persone ricoverate in ospedale sono attualmente 106, 17 in terapia intensiva.
Un calo dei casi che fa invidiare ai vicini oltrefrontiera la zona gialla in Lombardia per Gobbi che parla ancora di «stretta ingiustificata» per la quale ci sarà una presa di posizione da parte del Consiglio di Stato.
«Vogliamo far capire che le misure, per essere attuate e rispettate devono essere supportate e sopportate da parte della popolazione. Il supporto comincia a mancare – precisa Gobbi – perché a fronte di una diminuzione costante dei casi e delle ospedalizzazioni si resta fortemente limitati nelle proprie libertà. Ma viene meno anche la sopportazione da parte della gente».