Aveva lavorato per anni come ragioniere in una importante azienda di Tavernerio che opera nel settore ceramico e produce componenti per gioielli marchiati con loghi di fama mondiale. Era stato assunto nel 1983, e aveva “diretto” i conti della società fino al 2016, anno del suo licenziamento.
Nelle scorse ore, l’uomo, un 65enne di Pognana Lario, è stato condannato a un anno e mezzo per appropriazione indebita, in quanto ritenuto responsabile della sparizione dai conti correnti dell’azienda di un milione e 467 mila euro.
Per lui il giudice ha condizionato la sospensione della pena alla restituzione – entro due anni dal passaggio in giudicato della sentenza – di quanto aveva sottratto. L’indagine era stata condotta dal pubblico ministero Pasquale Addesso.
Il ragioniere, nell’interrogatorio che aveva tenuto di fronte al magistrato in fase di indagine, aveva sostanzialmente riconosciuto quanto gli veniva contestato, mentre davanti al giudice ha poi cambiato versione, sostenendo in una memoria difensiva che le distrazioni di capitale sarebbero state in realtà ordinate dall’ex padrone del frattempo deceduto. Motivo per cui, alla lettura della sentenza, il giudice ha anche rimandato gli atti in procura per una ipotesi di reato di calunnia.