Le conseguenze dell’epidemia hanno pesato e continuano a pesare sul sistema economico lombardo, compreso quello dell’area lariana. Il Rapporto “Giovani, formazione e lavoro: dalla scuola alla professione” realizzato dall’ufficio Studi e statistica della Camera di Commercio di Como-Lecco (che comprende dati fino al gennaio 2021), offre una chiave di lettura sul mondo dei giovani e del lavoro in un’ottica di medio-lungo termine. Presentato a “Young Digital”, si tratta di un prezioso strumento per capire le dinamiche della domanda e dell’offerta di lavoro nell’area lariana.
In provincia di Como sono cresciuti negli ultimi anni i diplomati e i laureati. Considerando l’anno scolastico 2019/2020 nell’area lariana prevalgono i liceali, con un 35% che sceglie indirizzi tecnici. Quasi due terzi dei diplomati si indirizza verso un percorso universitario: l’ultimo dato disponibile – relativo all’anno accademico 2018-2019 – evidenzia un livello di passaggio all’università pari al 66,5% per Como.
Si scelgono principalmente le discipline economico-statistiche e quelle ingegneristiche. Per quanto riguarda l’Università dell’Insubria, nel 2018 si registra un incremento di laureati del 6,1%.
Nota dolente è il lavoro. Il rapporto di Young evidenzia che i giovani comaschi non trovano opportunità e occasioni sul proprio territorio di residenza. Ma d’altro canto, le imprese segnalano difficoltà a trovare personale funzionale alle proprie esigenze. Un mancato incontro di domanda e offerta che spinge le aziende ad assumere fuori dal territorio e i giovani laureati a cercare lavoro fuori dal comasco o all’estero.
Le professioni più richieste nel periodo gennaio-ottobre 2020 a Como sono state: cuochi, camerieri e professioni nei servizi turistici, tecnici vendite, marketing e della distribuzione commerciale. Richiesto anche personale non qualificato nei servizi di pulizia e in altri servizi alle persone oltre che operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche.