“Se non dovessero intervenire modifiche nel piano consegne, sappiamo che potremo avere il completamento della fase 1 per il 5 marzo” in Lombardia. Lo ha detto l’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti, riferendo in commissione Sanità sulle vaccinazioni anti-Covid.
“Siamo in attesa della conferma del piano delle consegne, è stata trasmessa una ipotesi preliminare di completamento della fase 1 per il 5 marzo. Quindi prevediamo, alle attuali consegne, di avere il completamento della fase per quel giorno”, ha spiegato Moratti. “Dal 5 marzo può quindi partire la fase 1 bis” che dovrebbe concludersi il 25-26 marzo e da quel momento potrebbe partire la fase 2 che riguarda gli ultra ottantenni”.
Le vaccinazioni effettuate al 26 gennaio sono “246.271 su 305.820, pari al 78,5% delle dosi consegnate. Sono in fase di vaccinazione gli operatori sanitari, sociosanitari e gli ospiti delle Rsa. La popolazione individuata è di 340 mila unità, gli aderenti sono 320 mila” scelti in base ai criteri “che la struttura commissariale ci ha indicato” ossia “operatore a qualunque titolo presente in struttura”, ha concluso.
Intanto avanzano le ipotesi sul numero di dosi necessarie per completare la campagna vaccinale anti Covid: a livello nazionale, secondo la stima della Uil sui dati della popolazione, servirebbero 428mila dosi ogni giorno, in Lombardia 70mila.
In provincia di Como, spiega il segretario generale della Uil del Lario, Salvatore Monteduro, per terminare le somministrazioni anticovid entro fine agosto, considerata la popolazione di poco meno di 600mila residenti, sul territorio lariano, e la necessità di coprire il 75% della popolazione (con due dosi), dal 1° febbraio si dovrebbero fare oltre 4.200 vaccini al giorno, fino al 31 agosto. Numeri importanti insomma e molto distanti da quelli della campagna avviata finora da Asst Lariana con le dosi smistate da Regione Lombardia. Sono infatti circa 900mila le dosi che la provincia di Como necessita per l’immunizzazione di massa, visto che il 75% della popolazione corrisponde a più o meno 450mila persone.
«La situazione pandemica –conclude Monteduro- è un’emergenza che impone una soluzione con tempi veloci e rapidi, non può andare oltre il mese di novembre 2021».