Un tragico incidente domestico. Così era stata spiegata la morte di una bimba di appena 18 mesi, colpita da una stufetta nella sua casa di Cabiate l’11 gennaio scorso e deceduta poche ore dopo nonostante il ricovero d’urgenza all’ospedale di Bergamo. La drammatica verità però, per gli inquirenti sarebbe un’altra e oggi, a distanza di quasi due settimane dalla tragedia, le indagini sono arrivate a una svolta. I carabinieri della compagnia di Cantù e della tenenza di Mariano Comense hanno arrestato il compagno della mamma della bimba, un 25enne di origine romena che quel giorno accudiva la bimba.
L’accusa nei confronti del giovane è di maltrattamenti con esito mortale, ma anche di violenza sessuale. L’autopsia sul corpo della bimba, effettuata all’ospedale di Bergamo, avrebbe rivelato infatti lesioni compatibili con maltrattamenti e anche con abusi sessuali. L’uomo, per l’accusa avrebbe picchiato ripetutamente la bimba fino a causarne la morte e avrebbe anche abusato della piccola.
Il 25enne è stato arrestato a casa della madre, a Lentate sul Seveso, in provincia di Monza Brianza, dove il giovane, operaio in un’azienda della zona si era trasferito da alcuni giorni, sembra dopo aver interrotto la relazione con la mamma della bimba. La giovane donna, dalle prime informazioni, si fidava del compagno e gli lasciava la figlioletta senza timori.
Il pomeriggio dell’11 gennaio, secondo quanto raccontato dal 25enne, giocando la bimba era stata colpita da una stufetta che le era caduta in testa. Inizialmente, sempre secondo quanto riferito dall’uomo le conseguenze dell’incidente erano sembrate banali e sembrava che la bambina stesse bene. La situazione era poi precipitata. Sono stati allertati i soccorsi ed è stato chiesto l’intervento dell’elicottero del 118. Il cuore della piccola si è fermato, i soccorritori l’hanno rianimata ed è stata trasportata all’ospedale di Bergamo, dove però è purtroppo morta poco dopo il ricovero.
“Un tragico incidente”, ha ripetuto il 25enne. L’autopsia e i successivi accertamenti dei carabinieri hanno rivelato altro e spostato l’attenzione dalla tragedia all’orrore.