Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria. Nella stessa data del 1945 il campo di concentramento di Auschwitz venne liberato e i suoi cancelli aperti per sempre. Per questo motivo la giornata si celebra in questa ricorrenza, ogni anno dal 2005 come stabilito dalle Nazioni Unite. Un appuntamento che ricorda una ferita enorme, una tragedia che non va dimenticata. Nulla come libri e racconti possono contribuire a sensibilizzare contro uno degli orrori più grandi nella storia dell’umanità.
È il caso del manoscritto di Giovanna Caldara e Mauro Colombo “Tanto tu torni sempre. Ines Figini, la vita oltre il lager” che ripercorre la storia della giovane comasca deportata nel ’44 nei campi di concentramento di Mauthausen, Auschwitz-Birkenau e Ravensbrück dopo aver partecipato a uno sciopero nella fabbrica dove lavorava. Liberata nella primavera dell’anno successivo e ricoverata in un ospedale militare per tifo, Ines Figini (classe 1922) era riuscita a sopravvivere ai lager nazisti e a rientrare in Italia. A chiusura volume, sono raccolte lettere inedite scritte dalla stessa superstite durante il ricovero a Prezlau (1945) e alcuni pensieri da lei formulati nel corso della prigionia.
Dal 1968 in avanti, per molti anni, l’ultima testimone lariana dell’Olocausto era tornata ad Auschwitz, dove era stata reclusa. E proprio lì, dopo un lungo processo di rielaborazione interiore, aveva deciso di reprimere odio e rabbia, perdonando chi le aveva fatto del male. Ines Figini ha trovato pace a 98 anni lo scorso 26 settembre, dopo aver sconfitto il Covid-19 nella primavera precedente. Il libro è disponibile per la collana “Le storie”.