Confesercenti Como contro il divieto di asporto dopo le 18 dai locali pubblici. L’associazione di categoria chiede di cancellare la norma, introdotta dall’ultimo Decreto del presidente del consiglio Giuseppe Conte, firmato il 14 gennaio scorso.
“È impensabile che fino al 5 marzo non sia possibile comprare una torta in una pasticceria o una bottiglia di vino in un’enoteca dopo le 18, quando gli stessi prodotti si comprano regolarmente in un supermercato o minimarket – attacca Claudio Casartelli, presidente di Confesercenti Como – Il divieto introdotto nel nuovo decreto riservato a bar e enoteche è gravemente iniquo. Faremo di tutto a livello nazionale per modificarlo”.
Il divieto di asporto dopo le 18 coinvolge le imprese di somministrazione senza cucina come bar e caffetterie ma anche i negozi specializzati in bevande, come le enoteche. L’obiettivo è impedire assembramenti davanti ai locali. “Si è scelta la strada più facile, quella cioè di chiudere i locali – dice Casartelli – Si colpisce l’asporto per colpire gli assembramenti, che comunque continueranno anche con i bar e le enoteche chiuse per decreto. Come se gli assembramenti fossero causati dai titolari degli esercizi, quando si tratta evidentemente di fenomeni esterni ai locali stessi e quindi da gestire da parte delle forze dell’ordine applicando le norme già presenti”.
“Agiamo nelle sedi opportune – conclude Casartelli – per questo i nostri vertici nazionali incontreranno il governo per correggere una evidente stortura che danneggia le attività senza risolvere il problema assembramenti”.