“Ristori certi, immediati e proporzionati alle perdite”.
È quanto chiedono a Palazzo Chigi Massimo Sertori, assessore alla Montagna della Lombardia, e i rappresentanti delle Regioni e delle Province autonome interessate dalla chiusura degli impianti sciistici, di fronte all’ipotesi annunciata dal Governo di un nuovo rinvio dell’apertura, prevista il 18 gennaio ma ora tutt’altro che scontata.
I rappresentanti delle Regioni e delle province autonome si battono per “una data garantita di apertura, ristori certi e immediati e proporzionati al minor fatturato della stagione agli impianti di risalita e a tutte le attività correlate (come rifugi, alberghi, maestri di sci, servizi, ecc)”.
E aggiungono: “Stabilita una data certa sarà necessario dare continuità all’attività degli impianti di risalita nel rispetto delle limitazioni previste dalle linee guida del protocollo approvato dal CTS. La dinamica della diffusione del virus, e quindi la suddivisione delle zone a colori, determinerà le relative limitazione in ordine alla mobilità delle persone piuttosto che al restringimento dei servizi”.
Il turismo legato alla montagna, in un anno normale, genera flussi pari a 20 miliardi di euro durante la stagione invernale. “È necessario mettere in campo misure immediate e proporzionate per le imprese e per i lavoratori stagionali”, concludono le Regioni.