Gli studenti delle scuole superiori non torneranno in classe la prossima settimana, come era stato annunciato. In Lombardia la didattica a distanza proseguirà almeno fino al 24 gennaio. Lo ha comunicato con una nota ieri sera la Regione. «Preso atto delle valutazioni e delle risultanze di carattere sanitario, connesse all’attuale diffusione del Covid, condivise con il Comitato Tecnico Scientifico lombardo, – si legge nella nota – Regione Lombardia ha assunto l’orientamento di proseguire le lezioni per le scuole secondarie di secondo grado con la didattica a distanza al 100%. La decisione verrà formalizzata con un’ordinanza e resterà in vigore fino al 24 gennaio». Una scelta, dunque, assunta a fronte dei dati epidemiologici non troppo incoraggianti degli ultimi giorni, che alimenta nuove polemiche. Proprio ieri, 7 gennaio, in occasione del mancato ritorno in classe inizialmente previsto dopo le festività natalizie, studenti e docenti hanno protestato in piazza Affari a Milano per rivendicare “il diritto allo studio” in presenza.
«Non possiamo permetterci un’altra falsa partenza sulla scuola, con un “apri e chiudi” che non fa bene né agli studenti né ai dati sanitari. – ha scritto il governatore lombardo Attilio Fontana sul suo profilo Facebook – Prendiamo questo tempo, fino al 24 gennaio, sia per ulteriori valutazioni sull’andamento del virus in questo primo mese del 2021, sia per mettere in campo nuovi e concreti provvedimenti per supportare la ripartenza in sicurezza».
Uno dei temi che ha sempre frenato la riapertura delle scuole superiori è quello del trasporto pubblico. Asf Autolinee, che gestisce il trasporto su gomma, si era impegnata a potenziare il servizio. «Tutto era già stato predisposto, con circa 80 corse modificate e 80 aggiuntive – commenta Angelo Colzani, responsabile del Trasporto Pubblico Locale per le province di Como, Varese e Lecco – Era stata preparata anche una cabina di regia per monitorare l’andamento dei primi giorni. L’azienda aveva pianificato turni aggiuntivi per i propri dipendenti, ora dovrà rivedere tutto. Con questa decisione si esprime tutta la nostra italianità, dove ognuno va per gli affari suoi».