Dalle tesi innocentiste agli insulti e alle accuse esplicite alla famiglia Castagna. Commenti online, postati sui social, sulla strage di Erba dell’11 dicembre 2006 sfociati nel reato di diffamazione secondo la procura di Como, che in queste ore ha chiuso un fascicolo, firmato dal procuratore capo Nicola Piacente, a carico di 13 persone che dovranno rispondere a un giudice del loro comportamento.
La procura di Como ha deciso per la citazione diretta a giudizio di autori di commenti spregevoli e accuse a Pietro e Giuseppe Castagna, familiari di tre delle quattro vittime. Tra le persone accusate di diffamazione l’amministratrice della pagina Facebook “Olindo Romano e Rosa Bazzi innocenti”, attorno a cui girarono i commenti finiti nel mirino dell’accusa. Tra i 13 accusati, 8 sono donne soprattutto tra i 50 e i 75 anni residenti in diverse zone della Lombardia e di tutta Italia. Il reato ipotizzato è la diffamazione, perché, in quanto utenti della pagina indicata, hanno scritto commenti sprezzanti a margine di articoli condivisi, anche sulla morte di Carlo Castagna.
«Ha perdonato in tutta fretta per tappare la bocca a tutti», commentava l’amministratrice nel maggio del 2018, «Castagna si è portato con sé i segreti della sua famiglia», aggiungeva un altro utente insinuando a presunte responsabilità dei figli nell’accaduto, e non di Rosa Bazzi e Olindo Romano, i coniugi condannati in via definitiva per la strage di Erba.
L’udienza davanti al giudice monocratico Valeria Costi è fissata a dicembre. Il procuratore Nicola Piacente ha già ipotizzato anche eventuali definizioni del procedimento con accordi di pena da 1.400 euro di multa a 7 mesi per l’amministratrice del gruppo.