Un fiocco azzurro all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia e uno rosa al Valduce di Como, sono i lieti eventi di inizio anno.
In ordine cronologico è stato il piccolo Diego a venire al mondo per primo in via Ravona, alle 9.43 del mattino del primo gennaio.
Poche ore prima l’ultimo piccolo del 2020, nato la sera precedente alle 21.34, è stato anche lui un maschio, Mostafa (in tutta la giornata del 31 dicembre sono stati 6 i bimbi nati e 11 quelli del 30 dicembre).
A Como al presidio di via Dante è di Alice il primo vagito alle 15.31. Nel rispetto delle misure anticovid l’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Como, Elena Negretti, le ha dato il benvenuto a nome dell’amministrazione.
Il passaggio tra il vecchio e il nuovo anno è anche tempo di bilanci.
Al Valduce nel 2020 sono nati 1.035 piccoli mentre sono stati 1.935 quelli nati all’ospedale Sant’Anna, 178 in più rispetto al 2019. Un numero importante e positivo in tempi in cui, statistiche alla mano, si fanno sempre meno figli. L’80,4% delle mamme è di nazionalità italiana, mentre la popolazione straniera ammonta al 20% (dato quest’ultimo stabile negli ultimi tre anni).
Dallo scorso 23 ottobre Regione Lombardia ha indicato il presidio di San Fermo come punto nascita di riferimento per le donne gravide o puerpere positive al Covid, sia in forma sintomatica sia in forma asintomatica.
Da allora sono state ricoverate 53 pazienti, di queste 35 hanno partorito senza complicanze e con buoni esiti neonatali (le altre non erano ancora al termine). 7 hanno avuto sintomatologia e solo 3 una polmonite severa e necessità di supporto respiratorio, le restanti 46 erano tutte asintomatiche.
“Nascere nel 2020 è stato diverso per tutti – ha detto Paolo Beretta, primario di Ostetricia e Ginecologia di Asst Lariana – La pandemia ha obbligato noi a riorganizzare il Punto Nascita per permettere di assistere in sicurezza mamma e bambino. E questo nuovo assetto organizzativo ha limitato la possibilità di contatto diretto della mamma e del neonato con i papà e gli altri familiari ma l’impegno e lo sforzo comune di tutto il personale dell’area Materno infantile ha garantito che le pazienti non fossero mai lasciate sole”.