A novembre gli arresti, oggi il sequestro preventivo di undici immobili e altri beni riconducibili agli indagati nell’ambito dell’operazione “Chi vuol essere milionario”, che ha portato allo scoperto un presunto, vasto giro di usura nel comasco, con tassi di interesse annui fino al 600% e vittime costrette a cedere immobili di proprietà agli strozzini per ripagare i debiti.
I militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Como, al termine degli accertamenti patrimoniali sui tre comaschi arrestati nel novembre scorso, hanno effettuato ora numerosi sequestri di beni riconducibili a Gabro Panfili, 74 anni e Paolo Barrasso, 59 anni. Nel primo caso, le fiamme gialle hanno sequestrato nove immobili, intestati in alcuni casi anche alle figlie dell’indagato, tra Alzate Brianza, Cadorago, Capiago Intimiano, Como, Inverigo e Schignano. Per l’accusa, parte delle abitazioni erano state cedute dalle stesse vittime dell’attività illecita del comasco. Nel secondo caso sono stati sequestrati due edifici a Como e Argegno.
Il giudice per le indagini preliminari ha disposto anche il sequestro di beni e utilità di cui gli indagati hanno la disponibilità,
anche per interposta persona, per un importo pari al valore degli interessi o degli altri vantaggi o compensi usurari per un totale di oltre 400mila euro per Barrasso, quasi 100mila per Panfili e 200mila per il terzo comasco coinvolto, il pensionato 82enne Giovanni Gregorio.
“Le ulteriori indagini – spiega il procuratore della Repubblica di Como Nicola Piacente – hanno accertato un patrimonio immobiliare di Panfili e del suo nucleo familiare sproporzionato rispetto al reddito dichiarato e alle attività economiche esercitate. Situazione analoga anche per Barrasso. E’ stata inoltre accertata la corresponsabilità nei reati di usura contestati ai rispettivi congiunti, ovvero alla moglie e alle figlie di Panfili e alla moglie di Barrasso”.