Entro due mesi partirà la bonifica della “cella 3”, l’ultima porzione dell’area Ticosa di Como che ancora contiene residui di materiali tossici.
Amianto, perlopiù, sotto forma di Eternit, che due aziende di Cagliari rimuoveranno e smaltiranno in sicurezza nel giro di 15 mesi. Poco più di un anno.
Dopodiché, l’area Ticosa – sede di una vecchia tintostamperia, zona dismessa da decenni – sarà un foglio bianco, sul quale l’amministrazione comunale potrà disegnare ciò che vorrà. Forse un posteggio, come anticipato oggi dal sindaco Mario Landriscina. Forse: il Comune sta facendo alcune valutazioni sulla sostenibilità economica di varie soluzioni, tra le quali anche un’area di sosta. Il mondo nell’ultimo anno è cambiato, ha ribadito il sindaco, e tutte le aree da riqualificare di Como – stadio, orfanotrofio, Ticosa, San Martino – soffrono della inevitabile prudenza scatenata dalla pandemia in qualunque soggetto abbia possibilità di avviare investimenti milionari.
La bonifica della cella 3 della Ticosa, hanno ribadito il sindaco Landriscina e l’assessore all’Ambiente Marco Galli, è un passo molto importante per la città. Un’area di 4.500 metri quadrati vicino alla Santarella, ex centrale elettrica dell’ex tintostamperia. Un intervento dal quadro economico complessivo superiore ai 5 milioni di euro.
L’appalto è stato assegnato a un raggruppamento temporaneo d’impresa composto da due aziende cagliaritane, la Ecostema e la Ecoserdiana, che si è aggiudicato il cantiere con un ribasso del 27,7% sull’import a base di gara pari a 4 milioni e 100mila euro. Entro fine anno verrà individuata la direzione lavori ed entro due mesi, ha assicurato Galli, è prevista la partenza dei lavori. Verranno rimossi 8mila metri cubi di materiale e i rifiuti, insacchettati in contenitori particolari, verranno trasportarti in Sardegna per lo smaltimento.