Novità sulla tassazione dei lavoratori frontalieri sono emerse da un incontro che si è tenuto ieri sera, giovedì 17 dicembre, tra i sindacati, italiani e svizzeri, e il governo italiano. All’ordine del giorno la revisione dell’accordo.
Il primo risultato conseguito riguarda la definitiva conferma della clausola di salvaguardia per gli attuali frontalieri, che non subiranno alcun aggravio d’imposta fino alla pensione, anche in caso di cambiamento del posto di lavoro. Coloro che entreranno nel mercato del lavoro svizzero dopo la ratifica dell’accordo avranno invece un trattamento fiscale concorrenziale tra Italia e Svizzera sulla falsariga di quanto già oggi previsto per i frontalieri che non vivono in fascia di frontiera.
“Si è tuttavia riusciti – confermano i sindacati della Cisl dei frontalieri e l’Ocst, l’Organizzazione cristiano sociale ticinese – ad ottenere la garanzia che per questi lavoratori – sia i frontalieri futuri che quelli attuali fuori fascia – verrà prevista un’importante no-tax area di 10mila euro, un notevole miglioramento rispetto all’attuale franchigia di 7.500 euro”. È stata inoltre richiesta una seconda clausola di salvaguardia per i frontalieri che hanno perso il lavoro nel 2019 o nel 2020. Se sarà confermata, questi potranno rientrare nel mercato del lavoro svizzero con il vecchio regime fiscale.
La partita non si è ancora conclusa. A breve verranno discusse ulteriori misure. Si ipotizza che la firma ufficiale dei Governi possa avvenire entro fine anno o al massimo a gennaio del 2021 con entrata in vigore effettiva dal 1° gennaio 2023.