Il Dipartimento federale dell’interno ha deciso, per il momento, di non introdurre nuove misure fino al 28 novembre. Un eventuale ripensamento verrà preso in considerazione, riporta il Ticino Online, solo nel caso in cui il tasso di diffusione del virus dovesse “aumentare velocemente e notevolmente”.
La situazione epidemiologica viene costantemente monitorata e ieri sera, il ministro Alain Berset, dopo aver incontrato i responsabili cantonali della sanità pubblica, ha parlato di un “meccanismo di escalation” per il periodo delle festività, suddiviso in tre fasi. Sulla base di alcuni indicatori, come il tasso R di riproduzione del virus o la capacità dei posti letto in terapia intensiva, il Consiglio federale si riserva la possibilità di effettuare un’ulteriore stretta. Il Governo ne discuterà venerdì.
Tre gli scenari proposti. Il primo include la chiusura di bar, ristoranti, strutture ricreative e sportive. Nella seconda fase la popolazione sarebbe esplicitamente invitata a restare a casa, con negozi e mercati serrati il fine settimana e a capienza ridotta nei giorni feriali. Nella terza stretta si parla di possibile lockdown. In nessuna di queste ipotesi però, scuole, parrucchieri, centri estetici e impianti sciistici sarebbero coinvolti nello stop forzato. «Proviamo a seguire questa “via Svizzera” e cerchiamo di evitare un lockdown – ha concluso Berset – ma funzionerà solo se tutti fanno la loro parte».