Scuole, trasporto pubblico ed emergenza Covid. Il ritorno sui banchi a gennaio dei ragazzi più grandi porta con sé una serie di inevitabili interrogativi a cui trovare risposta non è semplice. Una terza ondata va scongiurata ma i rischi ci sono. Un apposito tavolo tecnico riunito in Prefettura sta lavorando proprio su questo. In più occasioni si è puntato il dito proprio contro i più i giovani considerati poco attenti.
«Le responsabilità sono molteplici. Scaricare il peso maggiore di questa seconda ondata sui giovani e su quanto accade dentro e fuori dalla scuola non è corretto – ha detto Davide Tosi, ricercatore dell’Università dell’Insubria – È vero che diventa molto complesso controllare e circoscrivere eventuali atteggiamenti scorretti nei ragazzi ma è riduttivo. E soprattutto – conclude – ciò che impatta molto è il venir meno di rigide misure di sicurezza nell’ambito domestico».
Sul fronte degli spostamenti interviene Angelo Colzani, a capo dell’Agenzia per il trasporto pubblico locale. “Stiamo lavorando sulla base di un piano molto dettagliato fornito dalla professoressa Elisabetta Patelli dell’Ufficio scolastico territoriale sulla provenienza degli studenti e gli orari degli istituti” ha detto. “Il calcolo viene fatto sui potenziali utenti, su questi dobbiamo organizzare il trasporto – spiega – e poi potremo correggere il tiro se necessario, sappiamo infatti che molti saranno poi accompagnati dai genitori”. Il piano di lavoro tiene conto anche della possibilità di ingressi scaglionati al mattino e di una distribuzione delle lezioni su sei giorni. Infine è stata rinnovata la richiesta al prefetto di maggiori controlli nei punti a rischio assembramenti (fuori dalle scuole o alle fermate più utilizzate). “Agli studenti chiediamo anche una mano nei confronti degli autisti e quindi a stare a distanza sui bus” chiude Colzani.
Al vaglio infine l’utilizzo dei mezzi privati usati in ambito turistico anche se presentano dei limiti in particolare sulle tratte urbane.