Ancora non è possibile conoscere la percentuale di adesione, ma certamente lo sciopero del pubblico impiego indetto per oggi (giorno successivo al ponte dell’Immacolata) ha diviso l’opinione pubblica e incassato più di una critica. C’è chi ha sottolineato come questi lavoratori siano gli unici in questo momento ad avere certezze in termini di occupazione e di salario. Tra i primi a intervenire il presidente del consiglio regionale della Lombardia, Alessandro Fermi, che ha definito l’iniziativa “inopportuna e fuori contesto” dello stesso parere il sottosegretario regionale, Fabrizio Turba, che spiega “queste rivendicazioni forse andrebbero fatte quando l’economia tornerà a respirare e poi – aggiunge – pensiamo a chi è fermo da mesi come chi lavora nel turismo che oltretutto deve sostenere anche dei costi fissi”.
Pure chi ha sempre sostenuto manifestazioni di questo genere oggi è rimasto a distanza come Adria Bartolich, per anni alla guida della Cisl di Como, che su Facebook ha scritto “Io oggi lavoro, sia chiaro”.
Alla base della protesta il rinnovo del contratto, la sicurezza, la formazione del personale, un piano di assunzioni tale da garantire il turnover. Cgil, Cisl e Uil si sono riuniti in presidio, nel rispetto delle misure anti Covid, fuori da un luogo simbolo dell’emergenza sanitaria come l’ospedale Sant’Anna di San Fermo; simbolicamente al loro fianco c’erano i cartonati di tutte le professioni del pubblico impiego. I sindacati difendono la scelta, ne spiegano i motivi e respingono le polemiche al mittente.
Le interviste nel servizio.