Luci accese giorno e notte e un via vai continuo di auto nonostante le restrizioni per l’emergenza sanitaria. Una situazione sospetta che i militari della guardia di finanza hanno deciso di approfondire, arrivando a scoprire in un capannone a Capiago Intimiano una coltivazione con 500 piante di marijuana che una volta vendute, secondo i finanzieri avrebbero fruttato oltre un milione di euro. I due presunti responsabili, che al momento dell’irruzione delle forze dell’ordine sono scappati da un cunicolo, si sono poi costituiti e sono stati denunciati.
L’operazione è stata condotta dai finanzieri del comando provinciale della guardia di finanza di Como. Il blitz è scattato dopo una serie di appostamenti dei Baschi Verdi, insospettiti dai movimenti attorno al capannone. Per sfondare le porte blindate, i finanzieri hanno chiesto la collaborazione dei vigili del fuoco. Nel capannone, le forze dell’ordine hanno scoperto una fabbrica di droga, dalla coltivazione alla vendita. Le 500 piante sequestrate al momento del blitz, alte fino a un metro, avrebbero permesso ai responsabili dell’attività illecita di raccogliere fino a due quintali di marijuana che avrebbero permesso incassi per oltre un milione di euro.
La finanza ha sequestrato, oltre alle piante, le attrezzature per la coltivazione, comprese lampade, ventole e apparecchi per il confezionamento per un valore complessivo di 20mila euro.
Al momento dell’irruzione della finanza, i due presunti responsabili sono scappati da un cunicolo che collegava il capannone all’area boschiva circostante. Identificati e ricercati, poco dopo si sono presentati spontaneamente alla guardia di finanza con un avvocato difensore. Sono un 30enne e un 37enne residenti a Cantù e originari della Calabria. Entrambi erano già stati segnalati per porto abusivo di armi e spaccio di sostanze stupefacenti e uno era già stato arrestato tre volte. A casa dei due sono stati sequestrati ulteriori 60 grammi di marijuana.