Riaprono i negozi e i centri estetici e ripartono i mercati. Queste alcune delle novità della zona arancione.
La fase di avvicinamento al Natale dovrà essere utile per dare un po’ di respiro ai consumi e a chi da mesi lotta con le chiusure imposte dal Covid-19 ma dovrà anche essere un periodo di grande attenzione per non trasformarlo nell’anticamera di un nuovo lockdown. Soddisfatto e prudente il comparto dell’abbigliamento. «Il segnale è certamente positivo – dice Marco Cassina, presidente di Federmoda Como di Confcommercio – Per i consumatori sarà sicuramente utile poter tornare a comprare in negozio. Quello che diciamo è non correte, c’è tempo. Quindi è bene ripartire ma senza farsi prendere all’ansia». Cassina si appella anche al governo che dovrà continuare a supportare le categorie più colpite.
Pronti a ripartire i mercati. «Gli operatori lo aspettavano da tempo e la situazione si stava facendo molto complessa – dice il presidente di Confesercenti Como, Claudio Casartelli – le bancarelle tornano ovviamente con i massimi standard di sicurezza. Sarà certamente difficile recuperare quanto perso ma è sicuramente una decisione attesa e che aiuterà». «L’appello è a quanti dovranno effettuare i controlli, a essere lungimiranti nel capire chi si muove per effettuare spese necessarie e chi invece no», chiude Casartelli.
Infine i centri estetici. “Accontentiamoci di tornare a lavorare anche se ci sono tanti dubbi – dice Nadia Galli, presidente del settore Benessere di Cna Como – il primo riguarda chi arriva da un altro comune. Le clienti spesso hanno acquistato e pagato interi pacchetti di trattamenti da svolgere in sedute diverse oppure vanno in uno specifico centro, anche lontano da casa, perché ha determinati macchinari, questi motivi sono validi a giustificare lo spostamento? – si chiede – già abbiamo perso chi viene dalla Svizzera, le prospettive non sono rosee ma siamo felici di ripartire in sicurezza come abbiamo sempre fatto”. Quindi un’amara riflessione sui ristori: “Intanto – chiude Galli – abbiamo dovuto anticipare la cassa integrazione alle nostre dipendenti che non potevano certi vivere d’aria. E poi vedremo quando arriverà qualcosa”.