Ricorre oggi, venerdì 20 novembre, la Giornata Mondiale dei diritti dei Bambini, oltre 30 anni fa l’adozione della convenzione Onu che per la prima volta li ha riconosciuti come portatori di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici. Ratificata in Italia nel 1991, la convenzione, insieme alla giornata odierna, ci ricordano non solo che tutti i bambini godono di quei diritti, ma che devono essere protetti e tutelati. Protezione e tutela che sono da parecchi decenni la preoccupazione della Fism, la Federazione Italiana Scuole Materne alla quale aderiscono circa 9.000 scuole paritarie non profit e servizi educativi accreditati. Parliamo di mezzo milione di bambini e oltre 40mila dipendenti. Oggi però queste realtà educative che abbracciano il mondo zero-sei anni si trovano tra moltissime difficoltà, che, fra l’altro, la pandemia sanitaria non ha fatto altro che aggravare, comportando ulteriori spese per l’adeguamento degli spazi alle norme anti Covid.
“Un problema di risorse, sì, a prescindere dal virus. Un problema di giustizia, sì -commenta di Luigi Morgano, segretario nazionale Fism. Perché se le scuole Fism svolgono funzione pubblica, sono non profit, sono parte del sistema nazionale di istruzione, rivestono un primario interesse generale anche secondo il diritto dell’Unione Europea, non ricevono però lo stesso trattamento di quelle statali. «Senza la gamba paritaria lo Stato dovrebbe immettere risorse per l’istruzione per miliardi» è la sintesi del dibattito in corso. E se ci saranno margini politici per discutere di come finanziare le paritarie, la questione della legittimità di farlo non è certo in discussione sulla base della nostra Costituzione repubblicana. E questo non può essere dimenticato”, conclude Morgano.
Alle scuole dell’infanzia paritarie – comunali comprese – lo Stato attualmente eroga un contributo annuale di 320 milioni: una cifra che può apparire consistente, ma che va approfondita. Perché gli alunni interessati sono nell’anno scolastico 2019-2020 il numero di 507.578: dividendo 320 milioni per 507.578 e per 220 giorni di scuola all’anno, la cifra che risulta stanziata è di euro 2 ,86 al giorno per alunno. Per completezza va considerato che il costo medio per posto bambino nella scuola dell’infanzia statale è pari a euro 5739 all’anno per 876.232 bambini con un costo ordinario annuale di oltre cinque miliardi di euro (fonte Miur, ndr) cui vanno aggiunti gli oneri a carico delle amministrazioni comunali e per l’edilizia scolastica. Credo non servano altri commenti. Non stiamo chiedendo l’impossibile.
“La Fism Como -commenta il presidente Claudio Bianchi– auspica che anche a livello territoriale, ad iniziare dal Comune capoluogo e tutti i Comuni della provincia e Regione Lombardia, siano attenti ai servizi svolti dalle nostre scuole dell’infanzia paritarie”: in provincia sono 122 gli istituti con oltre 9000 bambini e copre oltre il 65% del servizio.