Più di tre tamponi su dieci positivi in provincia di Como, mentre il dato scende al 7% sui tamponi rapidi, riservati in gran parte al mondo della scuola. “Abbiamo incrementato in modo esponenziale i test – dice Marco Magrini, dirigente di Ats Insubria coordinatore dell’emergenza Covid – Nell’ultima settimana abbiamo fatto il 20% del totale dei tamponi di tutta la Lombardia quando la nostra popolazione è il 10%”.
Nel periodo dal 13 novembre a oggi, nel territorio comasco che fa capo all’Ats Insubria sono stati effettuati 20.537 tamponi molecolari e il 31%, 6.374 sono risultati positivi. “I casi stanno ancora aumentando, ma la velocità di crescita è diminuita, sembra che la curva si sia stabilizzata e speriamo di poter vedere iniziare la fase discendente”, dice il direttore sanitario dell’Ats Giuseppe Catanoso.
Dal 2 novembre scorso, a Como vengono effettuati anche i tamponi rapidi, riservati quasi esclusivamente a studenti e operatori scolastici al termine della quarantena. “Il dato dei positivi si ferma al 4% complessivamente nell’Ats Insubria – spiega Magrini – I contagi sono chiaramente inferiori alla media in ambiente scolastico rispetto ai dati generali”.
Nelle prime due settimane, a Como sono stati effettuati 3.419 test rapidi e di questi circa il 7%, 239 in tutto sono risultati positivi. Un dato superiore alla media del territorio dell’Ats Insubria ma notevolmente inferiore rispetto ai dati dei test sulla popolazione in generale.
Meno di uno studente su due tra quelli in quarantena viene sottoposto al tampone. “Nelle prime due settimane si è presentato il 45% del totale di studenti e operatori che abbiamo invitato perché a fine quarantena – dice Magrini – Molti genitori preferiscono aspettare i 14 giorni che sanciscono la fine dell’isolamento senza tampone, anche perché si tratta di un test comunque invasivo che tanti genitori preferiscono evitare ai figli”.