Nelle case di riposo del Comasco la carenza di personale sta creando situazioni di emergenza.
I sindacati, in una nota congiunta, chiedono misure straordinarie per fornire a tutte le strutture che ne facciano richiesta, le figure professionali di cui hanno bisogno, ricorrendo, se necessario, anche all’Esercito.
In questa seconda ondata della pandemia da Covid 19 le residenze per anziani e non autosufficienti stanno subendo di nuovo conseguenze importanti secondo Cgil, Cisl, Uil.
La denuncia parte da quella che viene definita “gravissima” carenza di personale infermieristico in tutta la provincia, che colpisce sia le strutture ospedaliere sia le strutture per gli anziani e quelle per i disabili. Una carenza ben nota sul territorio “ma che oggi sta diventando ingestibile per motivazioni collegate – secondo quanto spiegano i sindacati – alla ‘concorrenza’ con la vicina Svizzera e perché il reclutamento nel settore pubblico è aumentato quantitativamente negli ultimi mesi”.
Gli effetti di questa situazione sono evidenti, in primis si rischia di non garantire un’assistenza adeguata. Il carico di lavoro sugli operatori rimasti è molto elevato poichè a un quadro già complesso bisogna aggiungere il personale che si è ammalato e che quindi è in isolamento e fermo dal lavoro.
“Sul territorio si registrano situazioni al limite come quella denunciata in un appello pubblico da parte della Fondazione Cà d’Industria di Como che ha chiesto l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quale massima autorità dello Stato e di tutte le istituzioni, gli enti, le associazioni e i rappresentanti politici del nostro territorio” spiegano ancora Cgil, Cisl e Uil che chiedono di far fronte all’emergenza attivando tutti i canali possibili, anche l’Esercito se necessario.