“Non siamo negazionisti“, ripetevano a turno. Erano una cinquantina, mal contati. E si (auto)definivano “gli unici ad aver capito qualcosa“.
Como, piazza Verdi. Sabato pomeriggio. All’inizio c’erano più poliziotti che manifestanti. Poi, alla spicciolata, sono arrivati. Subito ha preso la parola una donna, uno dei pochi partecipanti dai toni relativamente miti, che coordinava gli interventi e invitava la platea a non inveire contro i giornalisti. Tra le prime parole, è emersa qualche legittima e sacrosanta preoccupazione sul lavoro e sull’andamento dell’economia, sull’impatto delle chiusure sulla vita sociale ed economica del Paese.
Poi, però, è partita una girandola di tesi bizzarre e fantasie complottiste. I tamponi? Inattendibili: li hanno fatto persino ai kiwi e sono risultati positivi. Verità assiomatiche apprese dopo lunghe e approfondite ricerche su Facebook, alla caccia di ciò che i telegiornali non dicono.
Già, perché poi, gira e rigira, i cattivi sono i giornalisti, “terroristi”, “servi del potere”, “schiavi del regime”. La filastrocca è sempre la stessa, facile da ripetere, banale come poche.
“Possiamo farle una domanda?“, chiediamo a uno dei più agitati contro l’informazione. Risposta: “No, perché non credo ai tg“.
E che dire poi degli ospedali e delle terapie intensive al collasso? Balle. Qualcuno rivela pure che gli ospedali in realtà sono semivuoti. Altri invece che sono in crisi esattamente come per l’influenza degli altri anni. Insomma, tutto e il contrario di tutto, pur lanciarsi alla Don Chisciotte contro le notizie riportate dalla stampa.
Con mascherina, ovviamente, anche perché con un cordone di poliziotti a pochi metri non conviene giocare ai no mask. Salvo, poi, dire che la mascherina non serve, supportando la tesi con lo screenshot di un parere medico. Scaricato da Facebook. “Lei porta la mascherina e ci crede, io la porto ma non ci credo – ci risponde una signora – non credo che mi tuteli“. Quindi, scopriamo, che la mascherina è questione di “credere”. Poco importa che sigle non proprio di secondo piano, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, scrivano: “Le maschere dovrebbero essere utilizzate come parte di una strategia globale di misure per sopprimere la trasmissione e salvare vite umane”.
E infine, il sacro Graal del complottismo: il virus creato a tavolino dalla Cina per conquistare il mondo. Avviciniamo un signore che, dalla sua mascherina tricolore, ci rivela: “Per me questo virus è stato inventato dai potenti del mondo. Tutto creato a tavolino. Spero che Trump resti presidente degli Stati Uniti perché è l’unico che può combattere i cinesi, che stanno facendo tutto questo per prendere in mano il mondo. È il regime comunista“.
Aggiornamento, per la cronaca e per il signore: Joe Biden è il nuovo presidente eletto.