L’area di Cantù e Mariano zona rossa; Como e l’area di Lomazzo zona arancione; il Centrolario, l’Erbese e l’Olgiatese zona gialla. Come le regioni italiane sono ormai caratterizzate ciascuna da un colore in base alla diffusione del virus e al livello di rischio, l’Ats Insubria ha riprodotto la stessa divisione anche a livello provinciale identificando, in base all’andamento della pandemia, i punti in cui la corsa del Covid è più veloce. “La zona più colpita nell’ambito del territorio comasco è quella di Cantù e Mariano – spiega Giuseppe Catanoso, direttore sanitario dell’Ats Insubria – La città capoluogo è a un livello intermedio mentre al momento i numeri più contenuti riguardano la zona del medio Lario”.
Un dato indicativo a cui fare riferimento è il tasso di incidenza ogni 100mila abitanti. Nel periodo dal 19 al 26 ottobre, il dato è schizzato da 208 a 435 in provincia di Como. La settimana successiva la curva è cresciuta, ma molto più lentamente e il dato si è attestato a 537 casi ogni 100mila abitanti. “E’ importante non considerare l’aumento di casi del singolo giorno ma guardare almeno la situazione nell’arco di una settimana – sottolinea Catanoso – I singoli picchi spesso sono legati ai tempi di analisi dei tamponi. La crescita del tasso di incidenza sta rallentando e speriamo nelle prossime settimane in una progressiva riduzione. La prudenza è massima perché ci sono ancora discese e risalite, ma i contagi sembrano non crescere con la stessa rapidità dei giorni scorsi. Vedremo se prenderanno davvero una china discendente”.
Tra i nuovi positivi risale l’età media, che nell’avvio della seconda ondata era attorno a 30. “Ora l’età si sta nuovamente alzando e per questo sono meno gli asintomatici mentre crescono i malati che manifestano sintomi più seri – dice ancora Catanoso – Purtroppo ormai sappiamo che questa malattia è in genere più grave con il crescere dell’età e in caso di presenza di altre patologie. L’età media delle vittime attualmente è circa 80 anni”.