Patria, tutti i nodi della vicenda dello storico piroscafo sono venuti al pettine oggi durante un incontro che si è svolto in amministrazione provinciale tra il presidente della Provincia Fiorenzo Bongiasca e Adriano Giudici, presidente della Famiglia Comasca. Ossia il sodalizio che quasi trent’anni fa con una raccolta di oltre 20mila firme diede il “la” al recupero del piroscafo varato nel 1926. E da anni fermo davanti a Villa Olmo.
Il 30 novembre scadrà il certificato di classe, necessario per proseguire con le operazioni di recupero dell’imbarcazione, documento che è già stato prorogato. «Su questo niente paura, la Provincia – ha detto Bongiasca – chiederà una ulteriore proroga, almeno un anno considerando le difficoltà che stiamo vivendo a causa del coronavirus». Un documento importante perché è come se fosse il libretto di circolazione per un’auto. «A questo punto tutti devono fare la loro parte», ha commentato Enrico Guggiari, presidente della società Lake Como Steamship Company, che ha vinto il bando provinciale per la gestione del battello, proprietà della Provincia, allo scopo di farne un albergo per crociere di gran lusso. «Il nodo è la Navigazione Lago di Como – ha aggiunto Bongiasca – che per tre anni ha fatto presente di non poter concedere i propri cantieri, mentre per gli attracchi in base a una normativa regionale non ha l’esclusiva, per cui il Patria potrebbe utilizzarli sulle rive del Lario, in orari diversi da quelli in cui li impiega la Navigazione».
L’affossamento definitivo del Patria, preda di intemperie e ruggine, privo di manutenzione e in attesa degli interventi atti a trasformarlo in albergo galleggiante è tuttavia sempre incombente. «Sono ottimista di natura – ha commentato Giudici – e spero che il futuro sia migliore per il Patria, merita di essere recuperato. Per noi è un dovere morale, ma è interesse di tutti che risorga visto che è un unicum in Italia, con l’altra gloria comasca che è il piroscafo Concordia. Spero che la Navigazione giochi a nostro favore e non sia insensibile. Qualcosa succederà, non possiamo tollerare che il Patria finisca per non navigare più».