Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha firmato nella notte il nuovo Dpcm, che verrà con ogni probabilità presentato oggi in conferenza stampa.
Ma è scontro con le Regioni – Lombardia in testa – sull’identificazione delle “zone rosse”, i territori sui quali verranno applicate probabilmente già da domani le misure più stringenti.
A livello nazionale, viene introdotto il coprifuoco dalle 22 alle 5, che può essere violato solamente per motivi di lavoro o salute.
Vengono chiusi musei e mostre, e nel weekend i centri commerciali e le superfici di media vendita. Bar e ristoranti abbassano la serranda alle 18 e la capienza dei mezzi pubblici viene ridotta al 50%.
Ben più pesanti le misure previste nelle “zone rosse”, le Regioni – tra le quali la Lombardia – che si collocano nel più alto livello di rischio in base all’indice di contagio. In queste zone sarà vietato ogni spostamento in entrata e uscita dai confini regionali, ma anche all’interno del territorio stesso. Verranno chiusi i negozi al dettaglio (tranne alimentari ed edicole), bar e ristoranti potranno solamente consegnare a domicilio. Passeggiate solamente attorno a casa e sport solamente all’aperto in forma individuale. Restano aperte scuole dell’infanzia, elementari e prime medie.
Provvedimenti molto stringenti, del tutto simili al primo lockdown, che dureranno almeno 15 giorni.
E proprio su questo punto le Regioni, in particolare la Lombardia, sono in forte disaccordo con il Governo. I dati in base ai quali il Comitato Tecnico Scientifico identifica il livello di rischio di una Regione (il “colore”, in altre parole) sarebbero riferiti infatti a una settimana fa. E i governatori regionali vorrebbero che i provvedimenti venissero invece tarati su dati più attuali.
Alla luce di questo braccio di ferro, è difficile capire ora con esattezza la data di entrata in vigore del lockdown lombardo. In teoria le nuove disposizioni dovrebbero essere attive da domani, giovedì 5 novembre.