Le nuove chiusure mettono a repentaglio la sopravvivenza di molte aziende del comparto agricolo che hanno già perso un terzo del fatturato durante il blocco della scorsa primavera.
L’allarme lanciato dal direttore della CIA –la Confederazione italiana degli agricoltori- che conta oltre un migliaio di associati, la metà dei quali nelle province lariane di Como e Lecco, le restanti a Varese, Bergamo e Sondrio.
Tra le attività più a rischio, spiega il direttore, Peppino Titone, agriturismi, florovivaisti, vendite dirette di piccoli produttori locali, la maggioranza nel nostro territorio.
La Regione intanto sollecita all’Europa di definire il budget e le tempistiche per la presentazione del regolamento in merito alle risorse a disposizione degli agricoltori nel biennio 2021-2022, che sarà il periodo di transizione tra i due piani di sviluppo rurale.
Le province lariane, spiega Titone- non vengono considerate realtà di montagna né alla stregua delle grandi aziende della pianura padana, rimanendo spesso escluse dai finanziamenti del Psr, finanziamenti che ad oggi anche se arrivassero non è detto vengano richiesti.