Nel 2017 la Svizzera ha perduto uno dei suoi artisti più noti a livello internazionale, Nag Arnoldi. pittore e scultore nato a Locarno nel 1928. Dal 1971 il maestro era residente a Comano, ma i numerosi impegni internazionali lo avevano portato a viaggiare molto: dal Messico a New York, a San Francisco, da Sidney a San Pietroburgo, i suoi lavori sono tuttora esposti nei musei di mezzo mondo. In Ticino vi sono numerose opere di matrice religiosa e civile, come la famosa via Crucis di Comano o il gruppo scultoreo de “La Visita” davanti all’ospedale “La Carità” di Locarno. Ora la storica galleria “La Colomba” di via al Lido 9 a Lugano, nel quartiere di Viganello, ospita fino al 25 novembre prossimo una retrospettiva dedicata al maestro che si era formato all’Accademia Regina Margherita di Roma per poi trasferirsi a Murano, presso la Fornace Mazzega, per lo studio della tecnica del vetro e della ceramica. Materiali tuttavia presto abbandonati per la pittura e la scultura dove l’intensità espressionistica e drammatica della sua poetica ha trovato la sua piena espressione. Fin dagli esordi l’immaginario fantastico di Nag Arnoldi si configura in una serie ricorrente di soggetti ruotanti attorno a dei nuclei forti che egli porterà avanti negli anni con sorprendente coerenza e continuità. Il mondo del circo, e quindi anche della maschera, con gli arlecchini, gli acrobati e i clown; l’uomo e la sua storia, ma anche il suo mistero e i suoi miti, con i guerrieri, gli armigeri e gli astati, cavalli e cavalieri, la vita e la morte; ed infine, ma non ultimo, il “sacro”, sia nella sua configurazione religiosa e cristiana, sia nella sua enigmaticità più sfuggente e arcana, come percezione di una presenza oscura e imprescindibile nell’uomo e nella natura.
Il carattere profondamente unitario e drammatico dell’opera di Nag Arnoldi, a livello tematico, trova il suo naturale riscontro nella continuità formale di una scultura basata sulla tensione dialettica e contrastiva tra libera espansione delle forme nello spazio e loro improvvisa contrazione, tra levigatezza di piani e asprezze materiche, tra superfici acuminate o taglienti in contrappunto con linee curve e libere fluenze ondulari. La mostra è aperta con ingresso libero da martedì a sabato dalle 14 alle 18.30 e la domenica e giorni festivi dalle 14.30 alle 17, nel rispetto delle normative sanitarie.