I primi reperti sono della seconda metà del Settecento e arrivano dal laboratorio dello scienziato comasco Giulio Cesare Gattoni, amico di Alessandro Volta. Da allora, si sono moltiplicate le donazioni a quello che oggi è il liceo classico e scientifico Volta, dove sono custoditi diecimila reperti: dai minerali agli erbari, dagli uccelli impagliati ai mammiferi, dal gruccione al colibrì passando per pezzi unici come un vitello a due teste e uno con due corpi, lo scheletro di un orso, una tartaruga gigante.
Un museo di storia naturale che la città neppure sa di avere e che ora, grazie a una raccolta fondi, potrebbe essere recuperato e messo finalmente a disposizione di comaschi e turisti. Il crowdfunding è stato promosso da un gruppo di docenti, ex alunni, professionisti e ricercatori in collaborazione con Fondazione Comasca.
L’obiettivo, lavorando con l’università di Torino, è di recuperare e catalogare gli oltre diecimila reperti per poi arrivare ad esporli.
“Il patrimonio del liceo – ricordano i promotori del progetto – comprende strumenti per lo studio della fisica e migliaia di reperti, oltre a un erbario ottocentesco contenente esemplari di piante del Comasco, del Lecchese e della Valtellina. I reperti sono stati accumulati fin dai tempi di Alessandro Volta, quando venivano ancora conservati nella Torre Gattoni, dove gli studenti si recavano per esperimenti e osservazioni”.
Il sogno è arrivare ad inaugurare il Museo Volta. “Sarebbe di grandissima importanza non solo per la città, ma anche per le scuole comasche – dicono ancora i responsabili del progetto – Catalogazione, restauro e digitalizzazione sono il primo passo per consentire un’apertura del museo”.
È possibile contribuire alla raccolta fondi online o tramite bonifico bancario. Le informazioni sono disponibili sul sito della Fondazione Comasca e del liceo Volta. La campagna proseguirà fino a febbraio.