“Nessun lockdown sanitario ma una rimodulazione organica e funzionale delle attività sanitarie negli ospedali lombardi”, assicura l’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera. Nei fatti, però, buona parte della sanità lombarda da oggi viene improvvisamente congelata. Interi reparti, anche di eccellenza e di fama internazionale, vengono bloccati per fronteggiare l’avanzata del Covid. Una politica a dir poco drastica, che sta creando tensioni e malumori nella comunità medica. All’interno della quale, molti addetti ai lavori, si sarebbero aspettati la divisione tra ospedali Covid e Non Covid.
Invece, la regione divide in ospedali Hub – dove viene ridotta l’attività programmata ad eccezione di quella legata alle reti oncologiche e alla cura delle gravi patologie neurologiche, cardiovascolari e dei grandi traumi – e Non Hub, dove l’attività di ricovero programmato viene sospesa in modo da rendere disponibili posti letto Covid per acuti e subacuti, garantendo sempre la continuità delle prestazioni urgenti e non differibili.
E così, migliaia di prestazioni sanitarie non urgenti – ma che magari nel tempo potrebbero diventarlo – vengono differite. Pensiamo semplicemente all’ortopedia.
Tutto ciò non fa che aumentare il già grave problema dell’insoluto: visite, prestazioni e interventi rinviati ma che, prima o poi, dovranno essere effettuati. Nella speranza che el frattempo la situazione del paziente non peggiori.