Coprifuoco alle 23 e didattica a distanza obbligatoria per le superiori: il presidente del Consiglio Regionale della Lombardia, Alessandro Fermi, critica le misure e le ordinanze firmate ieri dal presidente Attilio Fontana per il contenimento del contagio.
Lo fa in maniera vellutata, e nella sua posizione istituzionale non potrebbe agire diversamente. Ma il messaggio politico è molto forte. E chiaro.
Fermi ieri sera, nel corso della diretta speciale di Etg sul coprifuoco in Lombardia, ha detto che lui avrebbe scelto altre strade e ha aggiunto di nutrire qualche dubbio sull’efficacia di questi provvedimenti. Il presidente del Consiglio Regionale aveva avanzato idee differenti nell’incontro di lunedì.
“In quella riunione avevo fatto una proposta diversa, che andava in un’altra direzione, e provava a mettere in sicurezza le persone più a rischio di ricovero in caso di contagio. Il Comitato Tecnico Scientifico – ha raccontato Fermi – aveva invece ipotizzato una linea molto classica, con un lockdown alle 21. Alla fine è stato deciso di “chiudere” alle 23. E’ una misura che spero possa dare dei risultati, anche se in tal senso avevo espresso qualche perplessità. Anche sul tema del trasporto pubblico, la didattica a distanza può aiutare, ma la questione scuole va chiarita. Mi stanno arrivando molti messaggi di preoccupazione rispetto a questa novità non preannunciata, che ha un elevato impatto sociale sulle famiglie, pur interessando ragazzi che frequentano le superiori”.