Lancia un grido di allarme, chiede una decisa accelerazione e sottolinea il ruolo primario delle televisioni locali. Il presidente dell’Associazione Tv locali di Confindustria Radio Tv, il comasco Maurizio Giunco, tra i relatori del seminario “Il passaggio al 5G e gli effetti sul sistema radio televisivo locale” organizzato dal Corecom Lombardia a Milano a Palazzo Pirelli, parla dei ritardi accumulati e traccia una road map con scadenze precise per i necessari passi che ancora devono essere compiuti in vista di questo cambiamento.
Restano, infatti, molte criticità nel rilascio della banda 700 Mhz – quella sulla quale poggiano le televisioni locali – per usi 5G che mettono a rischio l’intero processo. Processo che prevede l’assegnazione delle frequenze agli operatori di rete e quella delle nuove numerazioni dei canali televisivi entro il 1° settembre 2021, la formazione di graduatorie dei Fornitori dei Servizi Media Audiovisivi (FSMA). Ad oggi però queste procedure sono fortemente in ritardo così come non è ancora stato emanato il decreto ministeriale “indennizzi” che fissi le modalità di attribuzione delle misure compensative alle tv locali, che già sono state costrette a disattivare i propri impianti di trasmissione. Per alcune emittenti italiane c’è in discussione la sopravvivenza stessa.
Per minimizzare i rischi e consentire al reparto una corretta transizione, Giunco scandisce 6 tappe che vanno dalla fine di quest’anno al 31 luglio 2021. Date precise entro cui emanare bandi, assegnare frequenze e nuove numerazioni, formare graduatorie.
“Questo nostro non è un auspicio, è un grido di allarme – ha detto – le televisioni locali non possono essere chiamate a disattivare le loro frequenze senza che il processo di refarming sia completato in ogni sua parte. Immaginiamoci – aggiunge Giunco – cosa potrà accadere se da settembre 2021 i Fornitori di Servizi Media Audiovisivi chiamati a disattivare le frequenze non avranno un LCN: una catastrofe. E, spiace dirlo, senza un’accelerazione decisa finirà proprio così”.
Il sistema televisivo locale – nel lockdown e in questi mesi di pandemia – ha dato un’ulteriore prova di quanto fornisca un ruolo di servizio. Concetto ribadito dai numerosi relatori intervenuti al seminario e confermato dai numeri.
Il Comitato regionale per le comunicazioni della Lombardia ha presentato stamani la ricerca in cui vengono affrontati i temi del cambiamento in atto.
“L’avvento del 5G – ha sottolineato il presidente del Corecom, Marianna Sala – rappresenta una vera e propria rivoluzione tecnologica, che da un lato offre nuove opportunità per la nostra realtà sociale ed economica, ma dall’altro segna una ulteriore riconfigurazione del mercato dei media e degli audiovisivi, con interrogativi non certo secondari per il comparto che più ci sta a cuore, quello dell’emittenza televisiva locale. Di fronte alla complessità del quadro normativo, istituzionale, tecnologico e culturale che viene delineato dall’avvento del 5G, il Corecom – in quanto Authority regionale e organo di consulenza per le comunicazioni – ha organizzato il seminario per fare sintesi dei numerosi passaggi in divenire e per informare gli operatori del settore e i cittadini sui radicali cambiamenti che avverranno nel giro del prossimo anno”.
Il presidente del consiglio regionale, il comasco Alessandro Fermi, ha affrontato anche il tema, non certo secondario, delle risorse economiche per le tv locali in un anno difficile in cui la necessità di garantire il servizio si è scontrata con una realtà fatta anche di mancati introiti pubblicitari e di un’economia fortemente in crisi. “In Ufficio di Presidenza – ha precisato – proprio in questi giorni, parleremo di una proposta di modifica economica alla legge regionale sull’emittenza locale (l.r 8/ 2018), perché è necessario sostenere la comunicazione fortemente radicata sul territorio” .