Cantieri, scavi, interventi di ripristino. Ogni lavoro lascia dietro di sé una traccia. Quando si deve toccare la rete dei sottoservizi ecco poi i “rattoppi” sulle carreggiate, certo non bellissimi da vedere. E sono molte, in questo momento, le strade attraversate da tracciati, più o meno livellati e più o meno omogenei. Di solito si tratta di strisce d’asfalto.
Da qualche tempo sono comparse in diversi punti della città delle “chiusure” di un colore particolare tra rosso e rosa e in molti si chiedono come mai e cosa sia quel materiale di colore differente.
Nello specifico la copertura rossastra viene utilizzata sui cantieri di Open Fiber, che sta realizzando anche a Como una nuova infrastruttura interamente in fibra ottica. E’ la stessa azienda a spiegare che, dopo le operazioni, lo scavo viene coperto e richiuso proprio con questa malta cementizia che corrisponde alla lavorazione provvisoria, prima di procedere con quella definitiva. Prima di eseguire quest’ultimo passaggio deve, infatti, necessariamente trascorrere un periodo – che di solito varia dai 60 ai 90 giorni – in cui bisogna fare assestare il terreno e allo stesso tempo garantire il passaggio in sicurezza dei mezzi.
Nell’ottica quindi del ripristino definitivo questo materiale di colore differente rispetto al comune asfalto è utile a individuare velocemente l’intervento sul quale si dovrà tornare. Infine, quando verrà coperto, lo strato rosa resterà comunque sotto la superficie e chiunque dovrà eseguire eventuali nuovi lavori (anche su altre reti) sarà in grado di riconoscere che quel sottoservizio è la fibra.
Colore a parte, dunque, come detto tra il provvisorio e il definitivo passano due o tre mesi, molto dipende dalle condizioni climatiche. I cantieri appena conclusi (e che – come nel caso di viale Roosevelt a fine settembre – hanno avuto ripercussioni sul traffico) avranno quindi una fase due, quella del ripristino definitivo, che a questo punto (dato che l’inverno è alle porte) si può ipotizzare per febbraio.