Le Olimpiadi invernali del 2026 a Milano e Cortina sono ancora lontane ma la sfida decisiva per creare delle infrastrutture ha già un perdente: la provincia di Como. È infatti notizia recente che dei 473 milioni di euro stanziati da Governo e Regione Lombardia per intervenire sulle infrastrutture lombarde, in vista dell’evento, neanche un centesimo arriverà sul Lario. La speranza di politici e associazioni di categoria, era che – vista la vicinanza con la Valtellina, sede di molte gare – qualcosa potesse fermarsi a Como, in termini di risorse e progetti. Dal secondo lotto della tangenziale, eterna incompiuta, alla elettrificazione della linea ferroviaria Como-Lecco fino ad altri interventi viabilistici.
Nulla di tutto ciò è accaduto e se sul fronte politico è già esplosa la corsa allo “scaricabarile” delle responsabilità, le associazioni di categoria non possono non nascondere amarezza per quanto accaduto. «È un peccato trovarsi davanti a delle speranze disattese. Al Tavolo della Competitività così come a quello delle Infrastrutture in Regione Lombardia ci eravamo battuti per far passare un concetto base – spiega Ivano Brambilla, segretario generale della Cna del Lario e della Brianza – Tutte le organizzazioni dovevano, secondo noi, unirsi per richiedere certi interventi. Purtroppo però è mancato qualcosa. È stato sbagliato aggiunge – voler raccogliere le proposte di ogni singolo comune perché inevitabilmente ognuno ha guardato di più al proprio interesse».
Deluso ma proiettato verso il futuro Giuseppe Rasella, che nella giunta della Camera di Commercio di Como e Lecco ha la delega a Turismo e Cultura. «Una delusione. Ma adesso più che mai dobbiamo rispondere compatti. Dobbiamo riunire il Tavolo della Competitività e studiare nuove azioni condivise per far sentire le richieste del territorio» ha spiegato. Perplesso anche Ettore Maroni, portavoce dei pendolari comaschi. «Lo smacco della Como-Lecco – chiarisce – è veramente un peccato. Sembrava ormai fatta e invece adesso si riapre l’incertezza per un’opera utile. In generale sulle tratte ferroviarie gli interventi da fare sono molti e andrebbero programmati in ogni caso e senza pensare alle Olimpiadi», chiude Maroni.