Il mancato Abbondino d’oro alla memoria di Don Roberto Malgesini ha innescato polemiche roventi. Dopo il pronunciamento della commissione chiamata a decidere sulla civica benemerenza, ecco perché la città si è divisa. Ricostruire quanto accaduto in commissione il 5 ottobre scorso non è stato facile. Molti si sono trincerati dietro il «segreto» dei lavori.
Ma, anche grazie alla coerenza di alcuni, alla fine è stato possibile capire come sono andate le cose.
Pierangela Torresani, consigliere ex Lega oggi Gruppo Misto, non si è sottratta e ha confermato di aver detto no all’Abbondino a don Roberto Malgesini «per contrastare l’uso politico di questa tragedia. Penso – ha spiegato – che don Roberto fosse un santo, un uomo straordinario, la cui memoria va tenuta lontana da ogni speculazione politica. Non è corretto fare campagna elettorale su vicende che hanno così duramente colpito e scosso gli animi delle persone».
Un altro no è arrivato dalla presidente del consiglio comunale, Anna Veronelli, convinta che lo stesso sacerdote avrebbe rifiutato l’onorificenza per sé chiedendo piuttosto aiuti concreti per i suoi poveri.
Su posizioni critiche pure il consigliere del Movimento 5 Stelle, Fabio Aleotti, protagonista tra l’altro di un duro scontro verbale con il collega di Forza Italia Davide Gervasoni, accusato di sostenere in modo demagogico la posizione favorevole all’assegnazione dell’Abbondino al sacerdote ucciso lo scorso 15 settembre in piazza San Rocco. «Gli Abbondini alla memoria devono essere decisi all’unanimità e prima di me altri si erano già espressi contro. Ciò detto – ha chiarito il consigliere del Movimento 5 Stelle – ho fatto notare come don Roberto in vita si fosse speso totalmente per gli altri e come forse avrebbe voluto un aiuto subito da chi invece glielo ha sempre negato. Per quel poco che lo conoscevo – conclude Aleotti – ho ribadito che non avrebbe apprezzato l’onorificenza per sé».