Il Tricolore che sventola a mezz’asta sulla passeggiata Lino Gelpi a due passi da Villa Olmo, è ridotto alla stregua di un brandello di tessuto, con i colori rosso e bianco ad arrotolarsi su loro stessi come il simbolo della Marina Militare tra una manciata di fili ed il verde aggrappato a quell’asta che con la bandiera innalzata al cielo vuole rendere onore al Paese e al monumento dedicato ai Marinai d’Italia situato a fianco.
Uno dei simboli più importanti e potenti del nostro Paese è ben visibile camminando sul lungolago ma sono pochi i passanti -turisti, stranieri ma anche comaschi-, che si accorgono di come la nostra bandiera sia stata abbandonata a sé stessa, in balia dell’usura e delle tempeste di questi giorni.
Ma non manca chi con occhio attento si sia accorto ed abbia segnalato lo stato in cui versa il Tricolore, definendolo “spettacolo inverecondo” e domandandosi se non ci siano “2 euro per cambiarlo”.
Una segnalazione che apre un intero ventaglio di riflessioni, molte di queste legate a quell’orgoglio patriottico -ormai sopito- ma che ha dato alla luce proprio la bandiera, che oggi -mercoledì 7 ottobre-, per ironia o paradosso, ha come compagno attraccato ai suoi piedi, il battello “Patria”.
“Questo è lo specchio di come sia ridotto il nostro povero Paese che una volta si chiamava ITALIA!”, conclude la nota inviata alla redazione da un abitante di Como, difficile trovare un’argomentazione valida che possa dargli torto.
Intanto l’assessore comunale al Bilancio Adriano Caldara, ignaro della situazione e informato a riguardo, si è mosso per poterla sostituire nel minor tempo possibile.
