Accusata di essere una “furbetta del cartellino” e licenziata senza preavviso dal Comune di Como nel mese di giugno del 2018, una donna di 55 anni di Cadorago è stata rinviata a giudizio dal giudice Carlo Cecchetti e a maggio comparirà in aula per la prima udienza del processo. Il Comune ha contestato alla ex dipendente “gravissime carenze nello svolgimento della prestazione lavorativa”, quantificate in un “debito complessivo di 33 ore”.
Per l’accusa, la 55enne “ometteva di effettuare timbrature presentando successivamente dichiarazioni in sostituzione delle omesse timbrature con indicazione di un orario di ingresso falso”.
La difesa contesta le accuse e ha scelto di difendersi in dibattimento senza optare per riti alternativi “Vogliamo dimostrare di fronte al Tribunale di Como – ha commentato l’avvocato Antonio Lamarucciola – l’assenza di qualsiasi intento fraudolento della dipendente che da un lato ha utilizzato una procedura prevista dal Comune in caso di malfunzionamento del cartellino elettronico, dall’altro aveva tutto l’interesse a chiarire gli orari di entrata e di uscita giacché in caso contrario avrebbe perso, non pagate nello stipendio, tutte le ore lavorate nel singolo giorno ove risultava anche solo un ritardo rispetto a quanto dichiarato”.